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Zen: Storia e Tradizione

1 buddha shakyamuni1. Il Buddha Shakyamuni
Lo Zen risale all'esperienza del Buddha Shakyamuni che realizzò il risveglio nella postura di dhyana (zazen), in India nel VI° secolo a.C. La leggenda vuole che il Buddha mostrasse all’assemblea dei monaci  un fiore sorridendo. Solo il suo discepolo Mahakashyapa rispose al suo sorriso, ricevendo così l'essenza del risveglio.  Questa esperienza "da cuore a cuore" si è poi trasmessa in modo ininterrotto, da maestro a discepolo, creando il lignaggio dello Zen.

 

 

 

2. Bodhidharma      
Dopo una diffusione di circa mille anni in India, il monaco Bodhidharma portò questo insegnamento in Cina, nel V° secolo d.C. Come narra la leggenda, infatti, egli dopo aver fatto visita a diversi templi, si fermò al Tempio Shaolin, ove sedette per nove anni in meditazione in una grotta. L'esempio di Bodhidharma che siede immobile e tranquillo di fronte ad un muro è tuttora seguito ancora oggi, nei centri zen di tutto il mondo. Il Ch'an (Zen), conobbe da allora una grande diffusione in Cina, trovandovi terreno fertile al suo sviluppo.
 
 
 
 
 
 
3 Il sesto Patriarca Hui Neng
Hui-neng (638-713) è forse la figura più amata e rispettata nel Buddismo Zen. Un boscaiolo analfabeta che raggiunse l'illuminazione in un lampo, divenne  il sesto Patriarca dello Zen cinese, ed è considerato il fondatore della scuola "del Risveglio Immediato". Egli è un vivido esempio del fatto che né l'istruzione né il background sociale hanno alcuna incidenza sul raggiungimento dell'illuminazione. L'insegnamento del Sesto Patriarca sottolinea la non dualità e l'unità di tutte le cose.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
baizhang4 L’epoca d’oro del Ch'an  
In Cina, il Buddhismo fiorì e produsse i suoi tratti distintivi solo durante la generazione successiva al sesto Patriarca Hui Neng (638 - 713). E' soprattutto in questo periodo che lo Zen affermò la sua originalità e la purezza della sua pratica attraverso una successione di importanti maestri, quali Mazu (709–788), Shitou (ca.700 - ca.790), Linchi. (? - 866 ) Questa scuola sin dal suo apparire, sviluppò i propri monasteri in luoghi remoti, dove la sopravvivenza era possibile soltanto con la coltivazione della terra. Il lavoro divenne uno dei fattori fondamentali della pratica. "Un giorno senza lavorare, un giorno senza mangiare" cita il famoso maestro Baizhang. Ancora oggi, nei monasteri Zen di tutto il mondo, la pratica di samu (lavoro) è una componente basilare per la crescita spirituale dei praticanti.
 
travel to china5.Dalla Cina al Giappone  

Saichō (767-822), il fondatore del Buddhismo Tendai, introdusse nel IX secolo in Giappone anche gli insegnamenti del Buddhismo Chán, ma fu durante l’epoca Kamakura ( XII° - XIII° sec.) che si delinearono le caratteristiche dello Zen giapponese . I due rami principali, il Rinzai (cin. Lin-chi) e Soto (cin. Ts’ao-tung) furono trasmessi in Giappone rispettivamente dai Maestri Eisai (1141-1152) e Dogen (1200-1253).

 

6. Il Maestro Dogen  
Nel XIII° secolo, il monaco giapponese Dogen, dopo una  lunga permanenza  in Cina, portò la pratica dello Zen Soto in Giappone. Al suo ritorno, dopo aver soggiornato in vari templi, fondò il Tempio di Eihei-ji, uno dei due templi principali dello Zen Soto giapponese. La sua opera principale, lo Shobogenzo (Il Tesoro dell'Occhio del Vero Dharma), è una delle vette più alte della letteratura religiosa e filosofica mondiale. Per Dogen la pratica della meditazione (Zazen) manifesta l'illuminazione e si esprime con il "lasciar cadere il proprio corpo-mente" liberi dalla dimensione egoica, trascendendo ogni dualismo.
 
 
 
 
 
 
 
5 maestro keizan7. Il Maestro Keizan 
Dopo Dogen Zenji, la luce del Dharma venne trasmessa a Ejo Zenji, a Gikai Zenji e, in seguito, a Keizan Kenji, quarto antenato del lignaggio giapponese Zen Soto. Diversamente da Dogen Zenji, che si concentrò profondamente sulla pratica individuale e monastica, Keizan Zenji sfruttò le proprie capacità volgendole all’esterno, per diffondere la dottrina tra la popolazione. Più di 15.000 templi testimoniano oggi questa diffusione, fra cui il tempio Soji-ii, da lui fondato, che resta uno dei due principali templi dello Zen Soto giapponese,   .
 
 
 
 
 
8. Lo Zen in Occidente   
Nel XX° secolo, sopratutto a partire dal secondo dopoguerra l'Occidente cominciò a interessarsi all'aspetto filosofico dello Zen, grazie anche al movimento beat dei tardi anni '50, mentre nella stessa epoca, in Giappone, il Maestro Kodo Sawaki dava una nuova vitalità alla pratica della tradizione Soto. E’ solo alla fine degli anni '60 che si stabiliscono i primi seri contatti fra i maestri zen giapponesi e gli occidentali,
Alcuni importanti maestri che hanno contribuito alla diffusione dello Zen Soto in Occidente sono: Shunryu Suzuki, Taizan Maezumi e Dainin Katagiri, che hanno radicato profondamente questa tradizione negli Stati Uniti; Taisen Deshimaru, che ne diffuse capillarmente la pratica in Europa, e Kosho Uchiyama, successore di Kodo Sawaki, che, sebbene non lasciò mai il Giappone, esercitò una notevole influenza su molti praticanti occidentali.

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